27 gennaio 2012

Ci presentiamo

Ci permettiamo di rispondere ad una domanda che più volte ci è stata fatta, e che a ben pesarci desta sorpresa pure a noi.


Tutto cominciò a Castellucci, ops, tarallucci e vino...

Quattro amici -due studenti, un ragioniere e un ingegnere informatico- commentano la contestazione francese all'opera di Castellucci: "Hai visto cosa hanno fatto in Francia?", "Sì, cinquemila persone - mica bruscolini - hanno pregato assieme per far valere i diritti di Dio e a guidarli c'era anche il capo della Conferenza episcopale francese!". "Potremmo fare una cosa del genere, no?". "Massì, facciamolo". Cominciò così - forse un po' sbilenca, ma certamente determinata - la nostra opposizione allo spettacolo di Castellucci. Quattro amici (non al bar), mossi solo dall'amore per Dio, si davano da fare per proteggere quel Volto dolcissimo, ma qualcosa andò storto...




Galeotto fu l'articolo e chi lo scrisse...

"Fascisti", "integralisti", "reazionari" e un po' anche "nazisti" e "negazionisti": così ci ritrovammo dipinti dai giornalisti. E noi che pensavamo di essere dei semplici cattolici che amano di più Nostro Signore dei salotti bene! Avevamo un bel dire che la manifestazione sarebbe stata pacifica e che si sarebbe voluto recitare solo un Rosario, ma certa stampa continuava a dire che il nostro era un attacco antisemita, dimenticandosi che Chi veniva imbrattato era Gesù: ebreo. Ci si dimenticava - delle volte la memoria fa brutti scherzi - che la parte lesa era innanzitutto Dio e, poi, i cattolici e non un regista, che - due anni fa - esclamava di voler lanciare un po' di merda sul Volto di Dio e che, ora, novello agnellino, afferma che solo dei pazzi possono pensare cose così.

Roma locuta...

 E c'eravamo anche abituati a questi epiteti (fascista-nazista-estremista-intransigente-negazionisti, ovviamente tutti attaccati), ma ecco che un giorno arriva una lettera da Roma, firmata da mons. Wells, numero tre della Segreteria di Stato: il Santo Padre chiede che ogni atto di offesa a Dio trovi la ferma e civile opposizione dei cattolici. Ma come? Non siamo più fascisti-nazisti-estremisti-intransigenti? Giro di telefonate: "Avete letto cosa ha scritto la segreteria di Stato vaticana?" "Sì, allora siamo davvero solamente cattolici e non fascisti-nazisti-estremisti-intransigenti!". Tirammo un sospiro di sollievo! Sia lodato il Signore!

Concludiamo: siamo quelli del Rosario.

Ma non perché lo diremo sabato sera e, poi, a casa ce ne dimenticheremo. Abbiamo la fortuna, anzi, la Grazia, di recitare il Rosario tutti i giorni e, se possiamo, con tutta la famiglia, o con gli amici. E parliamo della Madonna con la passione con cui parliamo della nostra ragazza e con il rispetto con cui parliamo di nostra mamma.

Siamo cattolici senza etichetta. Cattolici e basta.

Non rappresentiamo gruppi di potere (i nostri conti in banca stanno lì a dimostrarlo), non rappresentiamo partiti politici, non abbiamo grandi amici fra i giornalisti, non abbiamo mai strillato, abbiamo sempre rispettato tutti perché la nostra è una protesta civile per ottenere rispetto.

Abbiamo sempre denunciato lo scontro ideologico di cui siamo stati vittime perché gettare escrementi su qualcuno o qualcosa è oggettivamente offensivo.

Proprio perché non abbiamo etichette da sponsorizzare, sabato non scandiremo slogans, non faremo comizi, non cercheremo azioni-shock e prendiamo, da subito, le distanze da improvvisati “capi popolo”; diremo il nostro Rosario e andremo a casa e pure lo striscione sarà senza firma.

Ci permettiamo un'ultima riflessione – e vi preghiamo di non confondere la nostra fierezza con arroganza – ma, dobbiamo dirlo, siamo proprio fieri di noi stessi.

Siamo riusciti a sollevare un polverone e a finir su tutti i giornali, su tutte le televisioni, abbiamo ottenuto un plauso innanzitutto dall'Arcivescovo di Milano, da diversi altri vescovi (San Marino-Montefeltro, Vigevano, ecc.ecc.) e uno pure dal Papa, ma ci rendiamo conto? E chi siamo? Ripetiamolo: due studenti, un ingegnere informatico e un ragioniere. Non male, eh.

Siamo fieri e siamo sereni. Stiamo agendo per amore della Chiesa e di Gesù. E poi abbiamo un vantaggio che tutti i mezzi di potere, i giornalisti e i registi non hanno: siamo seguaci della Croce e, quindi, siamo veramente un "osso duro”, noi “non perdiamo mai”. Comunque vada a finire, noi saremo sereni perché, se si vince, l’ha voluto Dio; se si perde porteremo la nostra Croce perché, anche questo, l’ha voluto Dio.

Un caro saluto a tutti gli amici, e anche ai nemici, che amiamo sinceramente di un amore soprannaturale.

A domani, ovviamente in piazza!
I Promotori del Comitato "San Carlo Borromeo"