9 gennaio 2012

La battaglia parlamentare in Francia


Jacques Remiller, deputato dell’Unione per un Movimento Popolare (partito del Presidente Sarkozy n.d.r.), presidente del Gruppo Parlamentare Francia-Santa Sede, ha inviato a tutti gli eletti dell’Assemblea nazionale la richiesta di adesione alla sua iniziativa chiamata “Cristianofobia in Oriente... ma anche in Occidente!”.
Ecco il testo della sua dichiarazione:

“I cristiani sono perseguitati in tutto il mondo nell’indifferenza generale. Tra gli atti più recenti ci sono gli arresti illegali e gli assassinii in Vietnam, l’uccisione, il 15 novembre, di una suora in India, la strage, il 5 novembre 2011, di 130 cristiani in Nigeria, e l’omicidio, il 27 ottobre, di un giovane cristiano somalo rifugiato in Kenya.


Il nome di “Gesù Cristo” è vietato negli SMS in Pakistan e le società di telefonia mobile bloccano i messaggi contenenti le “parole proibite”.

Ma il nostro Paese non è risparmiato. In dieci giorni, nell’indifferenza quasi generale, un crocifisso e tre statue della Vergine sono stati profanati nelle Lande. Per non parlare dell’arte, che dopo essere stata, per molti secoli nel nostro paese, “sacra”, ormai, troppo spesso, non ha nessun rispetto della religione cristiana.

Quest’estate, è stato esposto il Piss Christ di Avignone (un crocifisso messo in un barattolo di urina) e a metà novembre, uno studente del secondo anno di “arte plastica” dell’Università della Corsica è stato l’autore di una mostra fotografica chiamata “Storia di un’assenza”, – pubblicizzata con manifesti affissi in tutta l’università – esponendo la foto di un sesso di maschio adulto attorno al quale era avvolta una corona del rosario!

Poi ci sono state le due rappresentazioni che, purtroppo, stanno facendo troppo parlare di sé (si riferisce alle due blasfeme rappresentazioni teatrali di R. Castellucci e di R. Garcia che hanno provocato grandi proteste a Parigi e in altre città della Francia. n.d.r.).

Oltre al fatto che nessuna religione accetterebbe di essere trattata in questo modo, ci si può interrogare sul “bisogno” che gli “artisti” hanno di scatenarsi contro il cristianesimo tramite lo scherno, il cinismo, l’ironia.

Molti esprimono la loro legittima indignazione manifestando pubblicamente davanti ai teatri e alle mostre. Alcune possono sembrare eccessive, ma molti non sopportano più questo diluvio di cristianofobia e hanno il merito di risvegliare una certa apatia tra i nostri concittadini che, sebbene siano d’accordo con loro, non hanno il coraggio di reagire, perché terrorizzati dai media del servizio pubblico che parlano di “fondamentalisti cristiani”.

Come possiamo accettare che i soldi pubblici sovvenzionino generosamente delle opere così discutibili? Accetteremmo che il denaro pubblico finanzi scene irrispettose verso l’islam o il giudaismo?”.